Bio

         Valeria Luganskaya  è   un'artista napoletana,  performer.   È nata nella città di costruzione navale di Kherson sulle rive del Dnepr, nel sud dell'Ucraina. È nata nel 1984, durante l'era  dell'impero comunista  dell'Unione Sovietica, pochi anni dopo la caduta del muro di  Berlino. Alla ricerca di lavoro, i genitori della giovane artista si trasferirono   nella  piccola  città di Vorkuta,  al di fuori della civiltà,    nel   remoto nord, dove, sin dai tempi delle repressioni staliniste, si estraeva carbone. Vorkuta è una   città   meravigliosa, costruita   dai   prigionieri.   Poiché nonostante le inumane condizioni    di   vita, la fame,    l'affaticamento dovuto   alle     condizioni   di    lavoro insopportabili     nell'eterna gelata   e    nell'oscurità, i prigionieri hanno arricchito la città con una meravigliosa architettura, che ha affascinato Valeria fin dalla sua infanzia. L'attrazione delle persone per l'arte.

 Così l’infanzia e la giovinezza dell’artista trascorsero tra i due mondi contrastanti del sud e del nord. Nel mondo del sud c’erano: le ilfiumi, il mare, il sole alto che illuminava campi punteggiati di girasoli e grano, c’erano molti colori e sfumature: alberi verdi, frutti rossi, mare blu, il bianco era solo il latte, che era ancora caldo. Nel mondo del nord c’erano sei mesi di notte e sei mesi di giorno, neve, gelo, vento, distese infinite di neve, colori c’erano solo nelle aurore boreali, che ricordavano un drago volante nel regno delle tenebre. La cosa più difficile nel mondo del nord era il mezzo anno di giorno, quando il sole basso girava costantemente sull’orizzonte e tu stavi al centro del mondo. Le distese di niente, le distese di assenza si estendevano per tutti e trecentosessanta gradi e il sole sembrava essere fermo o muoversi solo sul confine del cielo e nulla. È così che si formava il pensiero contrastante dell’artista, luminoso e ascetico.

Durante gli anni universitari, la famiglia dell’artista si trasferì nella Russia centrale, nella città dei tramonti, dove il rapido fiume Oka confluisce nel fiume Volga. Qui Valeria riscopriva la primavera e l’autunno, conosceva nuove sfumature e colori della natura. L’artista osservava attentamente i cambiamenti stagionali, il ghiaccio che galleggiava lungo il fiume, la fioritura dei fiori, le foglie che cadevano, e tutti gli impensabili odori che accompagnavano questi processi. Qui fu anche la prima volta che entrò in contatto con la foresta e la sua cultura.

Dopo aver terminato l’università, Valeria si trasformò in una manager e un avvocato e trascorse molti anni a Mosca, una città di grandi contrasti, di cambiamenti continui, dove nell’incessante frenesia si possono scoprire innumerevoli tesori culturali. Tutto cambiò quando Valeria aveva 25 anni. Durante uno dei suoi viaggi nella fiabesca Georgia, l’artista realizzò che la sua strada era l’arte. Senza dubbi, innamorata della millenaria cultura georgiana, dei suoi monti e dei suoi paesaggi, Valeria cambiò residenza e tentò di cambiare vita, diventando un’artista. Visse otto mesi a Tbilisi, lavorando e trovando ogni giorno il tempo per visitare chiese, biblioteche e osservare la relazione tra natura e architettura. Ciò che la attrasse di più fu l’arte religiosa, le icone. La giovane artista trovò il suo maestro Avtandil Popiashvili, che la aiutò a imparare i rudimenti del disegno e la incoraggiò a iscriversi all’Accademia d’Arte di Tbilisi. Ma purtroppo  le paure, i mostri interiori, i repentini cambiamenti nella coscienza, la totale confusione nel mondo sociale, perché ogni sentimento e pensiero erano occupati solo dall’arte, e le inaspettate scoperte di sé nel mezzo di una superstrada, spinsero Valeria a rinunciare al suo sogno, a chiudere la sua anima a chiave e tornare a Mosca, a lavorare, e a convincersi che essere un’artista fosse la strada degli altri. Trascorse quasi dieci anni della sua vita così, dominata dalle paure.           L’arte è un bisogno primario dell’uomo e i n Valeria domina. Nonostante le paure, l’autocommiserazione e l’autoflagellazione, Valeria inizia il suo percorso. All’inizio diventa volontaria nei musei d’arte di Mosca, dando così a se stessa una possibilità di toccare d’arte. All’età di trentatre anni, Valeria prende una decisione ferma di aprire la porta al suo sogno, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Napoli e inizia il suo cammino come artista. Attualmente, ha 39 anni, Valeria ha completato i suoi cinque anni di studi, ottenendo un diploma di laurea e scrivendo una tesi dal titolo “Il narcisismo come paradigma dell’arte contemporanea”.

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