Autoritrato

Quali temi potrebbero unire gli artisti della nostra epoca, a cosa potrebbe essere interessato il pubblico. La religione, il concetto della bellezza, la ritrattistica, ormai nulla di tutto questo è più attuale. Io credo però che l’autoritratto sia un genere artistico che potrebbe essere tra più interessanti della nostra epoca. Il pubblico dovrebbe sapere. Chi è colui che è dietro il suo linguaggio, chi quello che fa le sue ricerche artistiche?  Come l‘artista vede e fa vedere se stesso? Quale differenza tra me, un osservatore, e un altro artista? Chi è quell’artista?  Forse l’autoritratto potrebbe dare accesso al cosmo intero di un’artista. La mia ricerca artistica è partita dall’idea di raffigurare il mio volto, il mio corpo. All’inizio avevo grande ansia. Nella mia testa giravano i pensieri – come  potrei raffigurami non osservandomi dal vivo mai, come potrei usare i colori sulla tela per fare vedere “che cosa sono io”.

 Ma “Viam supervadet vadens” e io, seguendo i grandi artisti di ogni epoca ho preso lo specchio e ho iniziato disegnare e dipingere il riflesso del mio voto. Una cosa mi sembrava molto assurda e molto interessante. Il riflesso dello specchio inverte la simmetria naturale del mio volto. Ma io vedo la mia faccia solo cosi, e sono costretta a raffigurare il mio occhio destro nel posto dell’occhio sinistro.Sulle mie tele non è mai apparso un volto che fosse davvero il mio. E’ chiaro a tutti noi, la ritrattistica non è l’arte della copia. Il pittore è un filtro emotivo che ricrea a partire dall’immagine reale dell’Altro, non imita. Ma guardarsi allo specchio significa incontrare un altro impossibile. Sei tu, ma il tuo riflesso è il più freddo, il più vuoto.

Autoritratto 36, Oil su tavolozza, 30×40 cm., 2021, © Valeria Luganskaya

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